Quantcast
Channel: Stato e Potenza » economia mondiale
Viewing all articles
Browse latest Browse all 5

MIKT: alternativa o sudditanza all’impero?

$
0
0

Francesco Dimiziani

imgServletSenza dilungarsi tanto nella buonista retorica occidentale della diplomazia e della democrazia in scala mondiale, chiamata quasi sarcasticamente “cooperazione”, i BRICS sono tutt’oggi considerati un pericolo dall’Occidente imperialista, che fino a poco tempo fa credeva di essere stato lungimirante nell’abbattere il bipolarismo da guerra fredda e assicurarsi il controllo del mondo. Lo svilupparsi di nuovi contesti geopolitici, indipendenti e progressisti, ha visto infatti, di pari passo, le calunnie dell’impero, che fossero di carattere libertario e “diritto umanista” o viceversa economista filo-capitalista (che sono indissolubilmente legati tra di loro), demonizzare ogni voce fuori dal coro. Metodo efficace certamente … se si resta in piccole aree geopolitiche; è invece arduo se non impossibile, interporsi allo sviluppo indipendente di una nazione, quando essa non solo è una (super) potenza emergente, ma è anche un modello sociale per i popoli e le nazioni del contesto da cui parte. Fino a 10 anni fa o meno, l’Iraq si ritrovava in pratica solo nella lotta contro l’imperialismo americano, i balcani venivano smembrati culturalmente ed economicamente da che erano un insieme unitario e non ininfluente nel rapporto tra Europa Occidentale e Europa orientale e centro-asiatica, Cuba era un isoletta dilaniata da un feroce embargo, oggi l’unipolarismo americano è contrastato, in modo contraddittorio al termine stesso, da intere aree geopolitiche, paradigmi alternativi al neo-liberismo o allo stesso capitalismo nella sua essenza primordiale di proprietà privata dei mezzi di produzione.
Di fronte a questo epocale cambiamento negli equilibri internazionali, l’unipolarismo, l’imperialismo americano, ha tentato a sua volta di “modernizzare” i suoi metodi per preservare il dominio mondiale, quasi pietosamente, quale ultimo grido di un Impero che è ai suoi sgoccioli. E’ qui però che entrano in gioco i MIKT (Messico, Indonesia, Korea del Sud, Turchia) quali “potenze emergenti” che già dal neologismo, sono in chiara contrapposizione con i BRICS. Essi sono apparentemente “simili” per storia e sviluppo recente ai BRICS, interessano tutti paesi ex-colonie o  di recente formazione nazionale, ma è una similitudine fittizia. Ci vengono rappresentati come un ‘alternativa’ che dialoga con l’impero, quasi illudendoci della possibilità che le logiche del Mercato, divinità della nostra società, possano permettere un dialogo equo tra civiltà.
Ma c’è da chiedersi nella sostanza, aldilà delle definizioni, cosa sono i MIKT? Che sviluppo recente hanno avuto, ciascuno per ciascuno? Be come già detto tutti hanno un passato recente in comune, con delle origini “umili”. Vediamo infatti quasi tutte ex-colonie, tutte con una “democratizzazione” recente e con un processo di modernizzazione economica successivo alla crescita stessa, data dall’iniziale costo basso della mano d’opera. Condividono tutti una crescita economica comune, che in questo periodo di crisi, ha visto alti e bassi: si tratta comunque di tassi del 4-5 % annuo, con investimenti stranieri accentuati e uno sviluppo recente nell’ambito automobilistico o della tecnologia avanzata, diventando attori “competitivi” nel mercato globalizzato. Un carattere che sicuramente non è decisivo nella loro categorizzazione ma che è importante per noi, di certo non ligi analisti al soldo del Capitale, è la grande mole del loro apparato militare. La Corea del Sud è undicesima tra gli stati per spesa militare, la Turchia al sedicesimo, il Messico e l’Indonesia invece si attestano ancora a posizioni basse, quali la trentesima e trentunesima.
Fin qui c’è da chiedersi cosa li rende nazioni filo-imperialiste e potenze fantoccio. E’ contestualizzandole che iniziano ad uscire i primi accorgimenti. Partendo dal Messico, tramite tra Nord e Sud america, risorsa petrolifera diretta degli Stati Uniti d’America, è chiaro subito come sia strategicamente importante nell’area. Se poi analizziamo la sua storia recente possiamo osservare come sia con qualche interruzione negli anni quaranta, sempre allineato con la politica estera nordamericana, nonché dilaniato dalla “guerra alla droga” che parte dalla Colombia fino appunto al confine nordamericano. Inoltre è il perno fondamentale, l’oggetto, del NAFTA (North American Free trade agreement), scellerato patto tra Messico, Stati Uniti e Canada per sottomettere al neo-liberismo il Messico, nonché le classi sociali più basse degli Stati Uniti e del Canada, costrette a una feroce competizione con i loro “cugini” messicani. Un altro dettaglio, sono i patti militari tra i due paesi e l’interferenza politica degli Stati Uniti nelle scelte economiche del Messico. Il Messico detto questo, si pone subito come Nazione e base militare di controllo degli sviluppi panamericani e d’integrazione latina nel centro-sud america ed è dunque sfatato almeno per questo contesto, l’idea di uno dei MIKT, indipendente dalle decisioni nordamericane.
Passiamo dunque all’Indonesia, che dai tempi di Suharto, con l’aiuto degli Stati Uniti liquidò Sukarno, presidente che ebbe il merito di coniugare tratti socialisti con l’Islam e la democrazia, tentando di slegare la politica estera indonesiana dalle posizioni filo-americane (fu il primo presidente indipendente dai Paesi Bassi) avvicinandola alla Repubblica popolare cinese (di cui fortunatamente i risultati ci sono anche oggi), l’Indonesia è rimasta nettamente allineata, vedendo una forte crescita sì nel settore petrolifero, ma anche in altri ambiti, ma soprattutto differenziando di poco le proprie posizioni rispetto agli altri MIKT, appunto avvicinandosi in parte alla Repubblica Popolare Cinese, che è nei rapporti commerciali, al quarto posto come partner. L’Indonesia è dunque l’unica tra le nazioni prese ad avere posizioni non decise, ma in balia di sistemi e di veri e propri mondi in contrasto tra di loro.
Sempre continuando in ordine, troviamo la Korea del Sud. Qui il concetto che si sta tentando di esprimere è lampante. La Corea del Sud non è una vera entità nazionale, non è uno stato a sé, indipendente. E’ una vera e propria estensione geografica, oltremare, dei confini nordamericani. So di essere molto di parte nell’esprimere il giudizio, ma invito i lettori, partendo dalle posizioni più neutrali, a tentare di  non ritenere la presenza di centinaia di migliaia di soldati americani, la presenza di una legge di “sicurezza nazionale” che invece di avvantaggiare il popolo o almeno la classe dirigente del paese, dilania la libertà e le possibilità di riscatto sociale della popolazione, nel Paese, il segno di un occupazione militare. E’ impossibile. Ritornando alla nostra retta via: la Korea del Sud è dunque una base militare, indipendentemente dalla sua validità o necessità, in contrasto oltreché con la sua sorella del nord, che è quasi un pretesto, con il vicino Giappone (che è sempre stato contraddittorio per l’Occidente, tra grande nazione sorella e nemico alle porte), con la Russia e con la Cina. E’ un retaggio sì della Guerra Fredda, ma ha rafforzato il suo ruolo strategico con la caduta del bipolarismo stesso.
E infine concludendo quest’elenco sconclusionato e non approfondito (da prendere come mero spunto)  vediamo la Turchia. Essa analogamente alla Corea, ha assunto un ruolo, negli ultimi venti anni importantissimo per gli equilibri mondiali. Abbiamo infatti visto come nella questione siriana è stata fondamentale per gli interessi atlantici nel sostenere i “ribelli” fondamentalisti, così come nel sostenere indirettamente Israele. La Turchia è una nazione contraddittoria, tra Islam e Occidente, non si è mai chiarita e le sue posizioni internazionali, pur legate a fattori economici, sono in parte il riflesso di questo retaggio di secoli. D’altronde è lo stesso Medio Oriente ad essere stato il teatro di grandi contraddizioni. La Turchia, islamica moderata, sostiene Israele, ma non solo, sostiene indirettamente i curdi nel contrastare il ba’athismo, gli stessi che invece attaccano internamente il paese. Sostiene i “ribelli” fondamentalisti insieme a Israele e quindi anche Hamas e co., allo stesso tempo però richiede di entrare nell’Unione Europea. Se si osserva la questione con occhi distaccati ci si confonderà. Ma è sempre e solo uno il motore di questi eventi: l’imperialismo nordamericano.
Lo stesso imperialismo americano che si cela dietro ai MIKT, che estende i suoi obbiettivi geopolitici a tutto il mondo e lo asservisce in modo subdolo, qui con il pretesto umanitario e in questo caso, con la “creazione” di nazioni fantoccio, di feticci al cui interno vi è solo un “trucchetto” linguistico da cui è bene stare lontani e fare attenzione. Lo stesso imperialismo che oggi impervia nelle strade del Venezuela, lo stesso che ha appena rovesciato il legittimo governo ucraino proprio nell’ottica anti-BRICS per cui sono nati i MIKT.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 5

Latest Images

Vimeo 10.7.0 by Vimeo.com, Inc.

Vimeo 10.7.0 by Vimeo.com, Inc.

HANGAD

HANGAD

MAKAKAALAM

MAKAKAALAM

Doodle Jump 3.11.30 by Lima Sky LLC

Doodle Jump 3.11.30 by Lima Sky LLC

Doodle Jump 3.11.30 by Lima Sky LLC

Doodle Jump 3.11.30 by Lima Sky LLC

Vimeo 10.6.2 by Vimeo.com, Inc.

Vimeo 10.6.2 by Vimeo.com, Inc.

Vimeo 10.6.1 by Vimeo.com, Inc.

Vimeo 10.6.1 by Vimeo.com, Inc.



Latest Images

Vimeo 10.7.0 by Vimeo.com, Inc.

Vimeo 10.7.0 by Vimeo.com, Inc.

HANGAD

HANGAD

MAKAKAALAM

MAKAKAALAM

Doodle Jump 3.11.30 by Lima Sky LLC

Doodle Jump 3.11.30 by Lima Sky LLC

Doodle Jump 3.11.30 by Lima Sky LLC

Doodle Jump 3.11.30 by Lima Sky LLC

Vimeo 10.6.1 by Vimeo.com, Inc.

Vimeo 10.6.1 by Vimeo.com, Inc.